Floriterapia
II Fiore di Bach
Wild Oat nel DSM-IV

Il Diagnostic and Statistical Manual
of mental disorders

Il fiore Wild Oat nel DSM-IV. In Floriterapia, questo fiore è un velleitario. Vorrebbe prendere tutto dalla vita, amore e successo, fino a un pieno appagamento. Ma è passivo, sempre insoddisfatto, non sa impegnarsi, brucia solo un’opportunità dietro l’altra.

Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell’ infanzia
e nella fanciullezza o nell’adolescenza
(Floriterapia Fiore di Bach Wild Oat nel DSM-IV)

Disturbi da deficit di attenzione e da comportamento dirompente
F90.0 Disturbo da deficit di attenzione/iperattività, tipo combinato [314.01] – F98.8 Disturbo da deficit di attenzione/iperattività, tipo con disattenzione predominante [314.00] – avversione per lo sforzo mentale, distrazione marcata e difficoltà a sostenere l’attenzione – difficoltà a organizzarsi – incapacità di portare a termine i compiti.

Ulteriori condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica
(Fiore di Bach Wild Oat nel DSM-IV)

Z56.7 Problema lavorativo [V 62.2] – incertezza nelle scelte da compiere, ritenendo di dover puntare ad avere il massimo dalla vita.

Prof. Claudia Valsecchi

Il DSM-IV

DSM è la sigla, inglese, del Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
In questo manuale la classificazione delle malattie mentali si basa sulla sintomatologia, prescindendo da caratteristiche personali del paziente. Non si tiene però nemmeno conto delle teorie e delle scuole psichiatriche esistenti, si raggruppano solo i sintomi con criteri statistici, in base alla loro frequenza nelle patologie. È quindi soprattutto un ottimo testo di consultazione veloce, estremamente utile per la comunicazione tra professionisti.

La prima edizione di questo manuale, il DSM-I, uscì nel 1952, a cura dellAmerican Psychiatric Association (APA), con poco più di 100 voci. Seguì poi l’edizione del 1968 (DSM-II), quella del 1980 (DSM-III), per arrivare, nel 1994 al DSM-IV. Questa edizione (nella revisione del 2000) ci mostra oggi il grande sviluppo che ha avuto questo testo in ambito psichiatrico, presentandoci la descrizione di più di 350 patologie.

La classificazione dei disturbi è di tipo categoriale, i disturbi sono presentati in classi, con insiemi di criteri descrittivi. Disturbi e malattie sono classificati secondo la somiglianza con i prototipi delle categorie, con un numero prefisso di criteri. Per la diagnosi non è richiesto che questi criteri siano tutti presenti, ma ogni categoria ne ha un numero prefissato.

Sappiamo che non esistono netti confini tra i disturbi mentali, l’intelligenza del DSM-IV è anche quella di non proporsi alla classe psichiatrica in modo rigido, ma soprattutto come un grande affresco che renda possibile orientarsi tra i vari disturbi del paziente a suo vantaggio.

Il DSM-IV divide i disturbi mentali in 5 assi:
Asse 1 – Disturbi clinici; possibili condizioni oggetto di attenzione; patologie temporanee non strutturali; disturbi imputabili a patologie extracerebrali.
Asse 2 – Disturbi di personalità e ritardo mentale, stabili, strutturali.
Asse 3 – Malattie generali e disordini fisici.
Asse 4 – Problemi psicosociali e ambientali che possono determinare o aggravare il disordine psichico.
Asse 5 – Valutazione generale del funzionamento psichico del paziente.