Floriterapia
Il fiore di Bach
Honeysuckle
nel DSM-IV

Diagnostic and Statistical Manual
of Mental Disorders

Il Fiore Honeysuckle nel DSM-IV. In Floriterapia, questo fiore di Bach non riesce ad accettare di aver perduto persone e cose. Non sa staccarsi dal passato, che idealizza, che rimpiange, che fantastica di poterci tornare. È chiuso alle novità.

Disturbi generalizzati dello sviluppo
F84.3 Disturbo disintegrativo della fanciullezza [299.10] – F84.9 Disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato [299.80] – blocco della crescita, soprattutto se c’è regressione a stadi precedenti dello sviluppo.

Altri disturbi dell’infanzia, della fanciullezza o dell’adolescenza
(Fiore di Bach Honeysuckle nel DSM-IV)

F93.0 Disturbo d’ansia di separazione [309.21] – nostalgia di casa, con fantasie di ricongiungimento con persone care, che rendono distratti.

Disturbi dissociativi
(Fiore di Bach Honeysuckle nel DSM-IV)

F44.0 Amnesia Dissociativa [300.12] – F44.1 Fuga Dissociativa [300.13] – F44.81 Disturbo Dissociativo dell’Identità [300.14] – F44.9 Disturbo Dissociativo non Altrimenti Specificato [300.15] – amnesia selettiva – regressione spontanea a livelli d’età inferiore.

Disturbi Sessuali e dell’Identità in Genere
(Fiore di Bach Honeysuckle nel DSM-IV)

Parafilie
F65.5 Masochismo Sessuale [302.83] – richiesta di essere trattati come bambini piccoli.

Il DSM-IV

DSM è la sigla, inglese, del Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
In questo manuale la classificazione delle malattie mentali si basa sulla sintomatologia, prescindendo da caratteristiche personali del paziente. Non si tiene però nemmeno conto delle teorie e delle scuole psichiatriche esistenti, si raggruppano solo i sintomi con criteri statistici, in base alla loro frequenza nelle patologie. È quindi soprattutto un ottimo testo di consultazione veloce, estremamente utile per la comunicazione tra professionisti.

La prima edizione di questo manuale, il DSM-I, uscì nel 1952, a cura dell’American Psychiatric Association (APA), con poco più di 100 voci. Seguì poi l’edizione del 1968 (DSM-II), quella del 1980 (DSM-III), per arrivare, nel 1994 al DSM-IV. Questa edizione (nella revisione del 2000) ci mostra oggi il grande sviluppo che ha avuto questo testo in ambito psichiatrico, presentandoci la descrizione di più di 350 patologie.

La classificazione dei disturbi è di tipo categoriale, i disturbi sono presentati in classi, con insiemi di criteri descrittivi. Disturbi e malattie sono classificati secondo la somiglianza con i prototipi delle categorie, con un numero prefisso di criteri. Per la diagnosi non è richiesto che questi criteri siano tutti presenti, ma ogni categoria ne ha un numero prefissato.

Sappiamo che non esistono netti confini tra i disturbi mentali, l’intelligenza del DSM-IV è anche quella di non proporsi alla classe psichiatrica in modo rigido, ma soprattutto come un grande affresco che renda possibile orientarsi tra i vari disturbi del paziente a suo vantaggio.

Il DSM-IV divide i disturbi mentali in 5 assi:
Asse 1 – Disturbi clinici; possibili condizioni oggetto di attenzione; patologie temporanee non strutturali; disturbi imputabili a patologie extracerebrali.
Asse 2 – Disturbi di personalità e ritardo mentale, stabili, strutturali.
Asse 3 – Malattie generali e disordini fisici.
Asse 4 – Problemi psicosociali e ambientali che possono determinare o aggravare il disordine psichico.
Asse 5 – Valutazione generale del funzionamento psichico del paziente.