Floriterapia
Il Fiore di Bach
Elm nel DSM-IV
Diagnostic and Statistical Manual
of Mental Disorders
Fiore Elm nel DSM-IV. In Floriterapia, questo fiore di Bach ha un alto senso del dovere e della responsabilità. Si sovraccarica facilmente di impegni, fino a non farcela e a cadere in crisi depressive.
Il rimedio può essere utile per aiutare la strutturazione dell’io.
Schizofrenia e altri disturbi psicotici
(Floriterapia Fiore di Bach Elm nel DSM-IV)
Schizofrenia
– per incrementare la coscienza dell’io.
Delirium
– per la decompensazione psichica e per la perdita dei confini dell’io.
Disturbi dell’Umore
(Fiore di Bach Elm nel DSM-IV)
Disturbi depressivi
F3x.x Disturbo depressivo maggiore [296.xx] – F34.1-355 Disturbo distimico [300.4] – F32.9 Disturbo depressivo non altrimenti specificato [311] – sentimenti di inadeguatezza (Disturbo distimico), soprattutto rispetto al lavoro – depressione dovuta a sentimenti di inadeguatezza rispetto ai propri compiti.
Disturbi Somatoformi
(Fiore di Bach Elm nel DSM-IV)
F45.4 Disturbo Algico [307.xx] – per aiutare a sopportare il dolore.
Disturbi dissociativi
(Fiore di Bach Elm nel DSM-IV)
F44.0 Amnesia Dissociativa [300.12] – F44.1 Fuga Dissociativa [300.13] – F44.81 Disturbo Dissociativo dell’Identità [300.14] – F44.9 Disturbo Dissociativo non Altrimnenti Specificato [300.15] – per aiutare le capacità di integrazione della coscienza.
F48.1 Disturbo di Depersonalizzazione [300.6] – per stimolare le capacità di integrazione della coscienza.
Il DSM-IV
DSM è la sigla, inglese, del Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
In questo manuale la classificazione delle malattie mentali si basa sulla sintomatologia, prescindendo da caratteristiche personali del paziente. Non si tiene però nemmeno conto delle teorie e delle scuole psichiatriche esistenti, si raggruppano solo i sintomi con criteri statistici, in base alla loro frequenza nelle patologie. È quindi soprattutto un ottimo testo di consultazione veloce, estremamente utile per la comunicazione tra professionisti.
La prima edizione di questo manuale, il DSM-I, uscì nel 1952, a cura dell’American Psychiatric Association (APA), con poco più di 100 voci. Seguì poi l’edizione del 1968 (DSM-II), quella del 1980 (DSM-III), per arrivare, nel 1994 al DSM-IV. Questa edizione (nella revisione del 2000) ci mostra oggi il grande sviluppo che ha avuto questo testo in ambito psichiatrico, presentandoci la descrizione di più di 350 patologie.
La classificazione dei disturbi è di tipo categoriale, i disturbi sono presentati in classi, con insiemi di criteri descrittivi. Disturbi e malattie sono classificati secondo la somiglianza con i prototipi delle categorie, con un numero prefisso di criteri. Per la diagnosi non è richiesto che questi criteri siano tutti presenti, ma ogni categoria ne ha un numero prefissato.
Sappiamo che non esistono netti confini tra i disturbi mentali, l’intelligenza del DSM-IV è anche quella di non proporsi alla classe psichiatrica in modo rigido, ma soprattutto come un grande affresco che renda possibile orientarsi tra i vari disturbi del paziente a suo vantaggio.
Il DSM-IV divide i disturbi mentali in 5 assi:
Asse 1 – Disturbi clinici; possibili condizioni oggetto di attenzione; patologie temporanee non strutturali; disturbi imputabili a patologie extracerebrali.
Asse 2 – Disturbi di personalità e ritardo mentale, stabili, strutturali.
Asse 3 – Malattie generali e disordini fisici.
Asse 4 – Problemi psicosociali e ambientali che possono determinare o aggravare il disordine psichico.
Asse 5 – Valutazione generale del funzionamento psichico del paziente.