Floriterapia
Il Fiore di Bach
Cerato nel DSM-IV
Diagnostic and Statistical Manual
of Mental Disorders
Fiore Cerato nel DSM-IV. In Floriterapia, lo conosciamo come un fiore rimasto abbastanza infantile. E’ profondamente insicuro, perché non crede in se stesso. Cerca consigli e modelli da imitare negli altri.
Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell’ infanzia
e nella fanciullezza o nell’adolescenza
(Floriterapia Fiore di Bach Cerato nel DSM-IV)
Disturbi dell’apprendimento
F81.0 Disturbo della lettura [315.00] – F81.2 Disturbo del calcolo [315.1] – F81.8 Disturbo dell’espressione scritta [315.2] – F81.9 Disturbo dell’apprendimento non altrimenti specificato [315.9] – blocco dovuto a forme ansiose.
Disturbi della comunicazione
F 80.1 Disturbo dell’espressione del linguaggio [315.31] – F80.2 Disturbo misto dell’espressione e della ricezione del linguaggio [315.31] – blocco dell’espressione dovuto a insicurezza.
Disturbi d’Ansia
(Fiore di Bach Cerato nel DSM-IV)
F41.1 Disturbo d’ansia generalizzato [300.02] – F41.9 Disturbo d’ansia non altrimenti specificato [300.00] – deficit attentivo dovuto all’ansia.
Disturbi di personalità
(Fiore di Bach Cerato nel DSM-IV)
Disturbi di personalità del gruppo C
F60.6 Disturbo evitante di personalità [301.82] – F60.7 Disturbo dipendente di personalità [301.6] – difficoltà a prendere decisioni autonome, con eccessiva richiesta di consigli – rifiuto delle responsabilità (Disturbo dipendente di personalità), per paura di sbagliare.
Ulteriori condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica
Z55.8 Problema scolastico [V 62.3] – F93.8 Problema di identità [313.82]
– difficoltà a elaborare opinioni proprie.
Il DSM-IV
DSM è la sigla, inglese, del Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
In questo manuale la classificazione delle malattie mentali si basa sulla sintomatologia, prescindendo da caratteristiche personali del paziente. Non si tiene però nemmeno conto delle teorie e delle scuole psichiatriche esistenti, si raggruppano solo i sintomi con criteri statistici, in base alla loro frequenza nelle patologie. È quindi soprattutto un ottimo testo di consultazione veloce, estremamente utile per la comunicazione tra professionisti.
La prima edizione di questo manuale, il DSM-I, uscì nel 1952, a cura dell’American Psychiatric Association (APA), con poco più di 100 voci. Seguì poi l’edizione del 1968 (DSM-II), quella del 1980 (DSM-III), per arrivare, nel 1994 al DSM-IV. Questa edizione (nella revisione del 2000) ci mostra oggi il grande sviluppo che ha avuto questo testo in ambito psichiatrico, presentandoci la descrizione di più di 350 patologie.
La classificazione dei disturbi è di tipo categoriale, i disturbi sono presentati in classi, con insiemi di criteri descrittivi. Disturbi e malattie sono classificati secondo la somiglianza con i prototipi delle categorie, con un numero prefisso di criteri. Per la diagnosi non è richiesto che questi criteri siano tutti presenti, ma ogni categoria ne ha un numero prefissato.
Sappiamo che non esistono netti confini tra i disturbi mentali, l’intelligenza del DSM-IV è anche quella di non proporsi alla classe psichiatrica in modo rigido, ma soprattutto come un grande affresco che renda possibile orientarsi tra i vari disturbi del paziente a suo vantaggio.
Il DSM-IV divide i disturbi mentali in 5 assi:
Asse 1 – Disturbi clinici; possibili condizioni oggetto di attenzione; patologie temporanee non strutturali; disturbi imputabili a patologie extracerebrali.
Asse 2 – Disturbi di personalità e ritardo mentale, stabili, strutturali.
Asse 3 – Malattie generali e disordini fisici.
Asse 4 – Problemi psicosociali e ambientali che possono determinare o aggravare il disordine psichico.
Asse 5 – Valutazione generale del funzionamento psichico del paziente.