Floriterapia
Scuola di botanica 12
La classificazione delle piante (angiosperme)
Le angiosperme sono quelle cormofite il cui seme è contenuto nell’ovario. Rappresentano la maggior parte delle piante di questa divisione, con 170.000 specie. In queste piante la ramificazione è sempre laterale e in genere forma una cima. Le foglie sono per lo più a lembo allargato, appiattite, ben innervate.
Nei fiori troviamo spesso stami e carpelli nello stesso fiore, in genere con un perianzio ben rappresentato, ricco di stami e carpelli. L’asse fiorale è spesso accorciato e il numero e la disposizione dei diversi elementi del fiore è varia. I fiori tendono a una certa simmetria, possono essere solitari, più spesso li troviamo riuniti in infiorescenze racemose o cimose.
La caratteristica fondamentale delle angiosperme è che le foglie carpellari, o anche una sola, si saldano completamente ai margini formando un organo chiuso detto pistillo, che contiene a sua volta l’ovario con gli ovuli. L’ovulo quindi, e successivamente il seme, non è più nudo ma si trova racchiuso dentro una cavità. Il polline così non può cadere direttamente sull’ovulo, ma vi giunge attraverso lo stimma, la fecondazione viene così detta stimmatica. Una volta avvenuta la fecondazione, mentre l’ovulo si trasforma in seme, l’ovario che lo racchiude diventa frutto, organo che esiste solo nelle angiosperme.
Il frutto
Il frutto risulta essenzialmente dal pericarpo, che è la trasformazione dell’ovario, ma spesso vi partecipano anche il ricettacolo e altre parti. Chiamiamo frutti veri quelli che si sono formati solo dall’ovario. Il pericarpo può essere asciutto e poco sviluppato o molto ingrossato e polposo. Abbiamo così frutti carnosi, e frutti secchi quali il noce, il nocciolo, il castagno, la canapa, ecc.
Nei frutti carnosi la drupa mantiene il pericarpo distinto in 3 strati, L’esterno (epicarpo) membranoso e sottile; il mediano (mesocarpo) carnoso; l’interno (endocarpo) legnoso. Nella bacca manca l’endocarpo, ci sono solo l’epicarpo esterno membranoso, e quello mediano carnoso in cui sono contenuti i semi. Tra i frutti veri troviamo anche quelli composti, dove ogni fruttino si è formato da un pistillo, come nella mora e nel gelso.
Chiamiamo frutti falsi quelli che non derivano soltanto dall’ovario ma anche da altre parti del fiore o dell’infiorescenza. Quando l’ovario è infero (molto approfondito nel ricettacolo) parteciperà alla formazione del frutto anche la coppa del ricettacolo, che ne potrà costituire la parte carnosa, come nel pero e nel melo, dove il vero frutto sarebbe il torsolo.
Le angiosperme sono a loro volta suddivise in 2 classi, le mocotiledoni e le dicotiledoni.
Il cotiledone è una foglia embrionale, detta anche embriofillo, presente nell’embrione maturo. Durante la sua maturazione il cotiledone diventa carnoso, in alcune piante spunta dal terreno e inverdisce, in altre resta sotterraneo e diviene sostanza di riserva per la pianta, che lo assorbe durante la sua crescita. Il numero di cotiledoni presenti nell’embrione determina alcune caratteristiche del fiore e della pianta, per cui è un importante criterio sistematico di differenzazione.
Monocotiledoni
L’embrione è fornito di 1 cotiledone. Vi appartengono 40.000 specie ulteriormente suddivise in ordini, famiglie, generi.
Sono piante prevalentemente erbacee, con radici fascicolate che spesso rappresentano organi sotterranei di riserva, quali i rizomi e i bulbi. I fusti in genere sono privi di ramificazioni e di strutture secondarie, spesso sono coperti da foglie inguainanti, che tendono ad essere parallelinervie. I fiori in genere non hanno il perianzio ma un perigonio, formato di soli tepali.
Dicotiledoni
L’embrione è fornito di 2 cotiledoni. Vi appartengono 130.000 specie, ulteriormente suddivise in ordini, famiglie, generi.
E’ un gruppo di piante più varie, che in genere presentano anche loro determinate caratteristiche. Gli organi assiali, fusto e radice, e le principali ramificazioni, hanno la struttura primaria regolare. Le foglie hanno la nervatura ramificata e in genere la pagina superiore e quella inferiore sono diverse e ben distinguibili. I fiori tendono ad avere una simmetria raggiata e bilaterale, spesso con 5 pentameri, tetrametri o bimeri. Non sono mai trimari.