Floriterapia
Scuola di botanica 3
Morfologia delle piante: la cellula vegetale
La cellula vegetale è un organismo vivente elementare organizzato, che costituisce la base strutturale degli individui pluricellulari. Le cellule vicine sono unite da sottili filamenti plasmatici, molto fitti, che lasciano però interstizi che assicurano la comunicazione tra di loro.
(la cellula vegetale)
La cellula vegetale può avere svariate forme, tondeggianti, oblunghe, quadrangolari, e varie dimensioni. In genere queste cellule sono grandi da 1 a 100 micron, per vederle occorre un microscopio ottico. Esistono però anche cellule giganti di più centimetri, quali troviamo nelle fibre del lino e nei peli del cotone.
La cellula è delimitata di regola da una parete più o meno rigida di cellulosa, che racchiude uno spazio in cui è contenuto il protoplasma, o protoplasto, la sua parte viva. Il protoplasma è molto attivo e implicato nella costruzione di quasi tutta la cellula. La sua attività produce sostanze che restano al suo interno, solide o allo stato di soluzione, che chiamiamo “inclusi” quando non si tratta di sostanze vive.
Il protoplasma vivo si presenta in uno stato colloidale costituito essenzialmente da acqua, sostanze organiche e molte proteine, mentre gli idrati di Carbonio, e i grassi vi figurano per lo più come sostanze di riserva. Al suo interno c’è molto movimento, poiché la sua stessa attività vitale fa spostare i cloroplasti.
Protoplasma (la cellula vegetale)
Le parti vive del protoplasma sono rappresentate dai seguenti organuli cellulari:
Il citoplasma. E’ il materiale di base, in cui sono immersi tutti gli altri organuli e gli inclusi.
Il nucleo. Centrale o eccentrico, tondeggiante o più o meno allungato, che può contenere a sua volta più nucleoli, importantissimo per la vita delle cellule. La sua membrana è ricca di pori di scambio.
I mitocondri. Si tratta di corpiccioli più o meno allungati che nuotano nel citoplasma, anch’essi di grande importanza per la vita della cellula. Sono i centri energetici, che presiedono ai processi respiratori (mancano solo nei bacteria e nelle cianofite).
I ribosomi. Questi sono minuscoli corpiccioli ricchi di acidi nucleici e di proteine, e si trovano isolati o in gruppi. Quelli isolati sono inattivi, mentre quelli in gruppi assolvono la funzione della sintesi delle proteine.
I dictiosomi. Sono un insieme di formazioni appiattite e di vescicole, il cui complesso costituisce l’apparato del Golgi, la cui funzione non è ancora del tutto chiara. Forse si tratta di una riserva di zuccheri, forse contrasta l’invecchiamento della cellula trasformandosi in vescicole rigonfie di liquido, forse partecipa ai processi di secrezione.
I lisosomi. Detti anche sferosomi, sono corpiccioli ricchi di enzimi con cui sintetizzano i grassi.
I plastidi. Questi corpiccioli sono caratteristici ed esclusivi della cellula vegetale e sono quelli che contengono la clorofilla (mancano solo nei bacteria, nelle alghe azzurre e nei funghi). Si distinguono in cloroplasti, cromoplasti e leucoplasti.
I cloroplasti, detti anche cromatofori, sono verdi per la presenza della clorofilla, disposta al loro interno in un complesso sistema di lamelle. La loro forma e la loro grandezza varia secondo le specie vegetali, sono organuli mobili e si dispongono diversamente in rapporto all’intensità della luce. Hanno forma lenticolata di lente biconvessa, contengono molte proteine, grassi, ed enzimi e presiedono all’importante funzione della sintesi clorofilliana. Quelli delle piante dette superiori sono maggiori sia per numero che per dimensioni. I cromoplasti contengono pigmenti di vari colori e sono inattivi per la fotosintesi. I leucoplasti sono ricchi di amido, proteine e grassi, e possono trasformarsi in cloroplasti. Con il crescere della pianta, e la maturazione dei frutti, sia i cloroplasti che i leucoplasti si trasformano in cromoplasti, conferendo a frutti e fiori i loro colori intensi e sgargianti.
Nel citoplasma sono presenti in genere anche i vacuoli, spazi più o meno ampi che si scavano nel citoplasma e che sono caratteristici della cellula vegetale. Nella cellula giovane il citoplasma tende ad essere denso e a occupare l’intero lume cellulare. Man mano che la cellula cresce, i vacuoli ingrossano anche fino a formare un solo grande vacuolo, spingendo il citoplasma con i suoi altri organuli a disporsi intorno alla parete cellulare. All’interno dei vacuoli troviamo il succo cellulare, formato dalla sospensione di varie sostanze e di pigmenti.
La clorofilla e la sintesi clorofilliana (la cellula vegetale)
La clorofilla è il pigmento più importante di cui sono forniti i cloroplasti. E’ verde, mentre gli altri pigmenti sono di altri colori. Ci sono diversi tipi di clorofilla, la A (la più complessa), la B, la C, la D. La A partecipa direttamente al processo della fotosintesi, mentre le altre hanno altre funzioni, soprattutto quella di fissare i minerali scissi dalla fotosintesi. Nelle piante dette superiori il 75% della clorofilla è del tipo A.
La fotosintesi clorofilliana è un processo chimico, esclusivo del mondo vegetale, che consiste nel trasformare 2 sostanze inorganiche, quali l’idrogeno e l’anidride carbonica, in amido, che è una sostanza organica. Perché avvenga questo processo sono necessarie luce e clorofilla, infatti è per mezzo della luce che i cloroplasti scindono l’acqua liberando l’ossigeno.
L’energia luminosa (fotoni) viene assorbita dalla clorofilla A, e in parte dalla B e da altri pigmenti (carotenoidi) e ne risulta eccitata, per cui i suoi elettroni (particelle del nucleo) possono saltare da una cellula all’altra (formando così combinazioni chimiche diverse da quella originaria).
Questo significa che l’energia di un flusso di fotoni (luce) si trasforma in energia chimica che dà poi luogo alle trasformazioni. Il movimento degli elettroni infatti, per creare nuove sostanze, da una parte scinde l’acqua in idrogeno e ossigeno (una parte di ossigeno parteciperà ad altri processi chimici, mentre una parte viene liberata nell’aria) dall’altra aggancia, attraverso uno zucchero, l’anidride carbonica, assorbendola e scindendola. La pianta si arricchisce così di carbonio, che resta legato allo zucchero. E dopo altri 2 passaggi chimici questo zucchero viene trasformato in amido, la principale fonte di nutrizione animale.