Floriterapia – La Psicodinamica nello studio dei Fiori di Bach

Psicodinamica e Fiori di Bach

Claudia Valsecchi

In Floriterapia, quando parliamo di Psicodinamica e Fiori di Bach, dobbiamo sapere che la psicodinamica è quella scienza che studia l’insieme dei processi, consci e inconsci, che determinano la condotta umana. In questa ottica bisogna accettare l’ipotesi secondo cui il comportamento, anche sintomatico (disturbato), sia determinato anche dall’interazione di forze interne della mente, che possono agire senza che se ne abbia consapevolezza.

La psicodinamica analizza e studia come si sviluppa la mente, di come queste energie psichiche ipotizzate si organizzino nel corso della crescita, che comporta soprattutto una serie di manovre di adattamento all’ambiente in cui l’individuo viene a trovarsi.
Freud, con la teoria dei conflitti intrapsichici tra attività psichiche inconsce, è stato il grande antesignano di questo approccio, il primo grande psicodinamista. Anche se i nuovi indirizzi psicoterapeutici hanno ora molto ampliato i suoi concetti, se le conclusioni a cui arrivò questo grande studioso non sono per lo più condivise, ci ha però indicato dove guardare per risalire a molte cause della sofferenza emotiva.

Floriterapia – Psicodinamica e Fiori di Bach

Applicare la psicodinamica in Floriterapia, ai fiori di Bach, non altera in nulla la visione di Bach stesso, poiché i fiori non vengono costretti in schemi di prescrizione, teorici e uguali per tutti, che scavalcano di nuovo l’unicità di ogni individuo. Personalmente io ritengo che questo approccio rappresenti il naturale sviluppo della teoria di Bach. Il Maestro ci ha mostrato come si presentano e come agiscono i fiori – noi ora andiamo a scavare nelle loro stesse radici, per mettere a fuoco anche il conflitto che determina gli stati negativi.
Bach ci dice infatti che in Floriterapia, gli stati negativi presentati dai fiori sono il risultato di un cattivo adattamento, conseguenza di aggressioni subite nel corso della vita, infanzia compresa. E sappiamo che una delle parole chiave della psicodinamica è proprio l’adattamento: il bambino, per sopravvivere, deve adattarsi al proprio ambiente familiare, sano o malato che sia, l’adulto dovrà poi adattarsi al sociale.
A cominciare dal clima favorevole o ostile, dal cibo reperibile o meno, per allargarci poi all’ambiente umano degli adulti, codificato da regole sociali più o meno strette, l’intera crescita di un individuo si può riassumere in un lunghissimo processo di adattamento: dove il mondo psichico deve venire a patti con gli elementi dell’ambiente esterno. La psicodinamica indaga esattamente cosa succede a livello psichico durante questo processo, particolarmente lungo nell’essere umano, dove bisogna indagare quali conflitti siano rimasti irrisolti lungo la strada: le motivazioni infantili sono state ascoltate, oppure il bambino si è trovato costretto a modificarle o a reprimerle? il bisogno del piacere, della sicurezza, sono stati ascoltati? è stato permesso al bambino di conoscersi, o è stato prematuramente “addestrato” a coincidere con i modelli ideali dei genitori?

Possiamo dire che nessun essere umano esca indenne dal proprio adattamento, anche perché la condivisione della vita con gli altri, richiede comunque una limitazione all’affermazione del proprio io. La psicodinamica indaga esattamente questo processo: cerca di individuare quei casi in cui il prezzo dell’adattamento è stato troppo alto, quando ha lasciato aperti importanti conflitti inconsci, origine dei sintomi.

Ma per tornare alla Floriterapia, cosa ci dice di nuovo Bach a proposito dei disturbi emozionali? Praticamente la stessa cosa: l’essere umano nasce sano e orientato al bene, guidato dalla voce della propria Anima (che Bach intende come istanza spirituale, ma che vediamo coincidere, dal punto di vista di molte scuole psicologiche, con il sé). La sua spinta innata è quella di realizzare i suoi personali talenti, che si manifestano attraverso i desideri.
Ma le aggressioni (compresi i condizionamenti forzati) che subisce, lo portano a mettersi soprattutto su posizioni difensive, così che cercherà di diventare, invece che “se stesso”, un qualcuno di adattato agli altri e alle loro richieste: e così facendo pian piano si allontanerà dalla sua voce interiore )l’Anima), aprendo le porte al malessere emozionale, e quindi alla malattia.

Molti fiori di Bach ci riportano a famiglie disarmoniche, dove già i genitori sono emozionalmente lesi, influendo pesantemente sulla crescita dei bambini. Non abbiamo però bisogno dei casi estremi perché si produca malessere. Nei fiori molto sensibili anche l’adattamento a una società così rigida e dura come è diventata la nostra, genera una continua sofferenza emotiva. Questo specialmente nel mondo dell’infanzia, dove ai bambini è richiesto di sacrificare molto della loro dimensione fantasmagorica. Si chiede ai bambini di diventare “piccoli adulti”, con tutta una serie di coercizioni che non rispettano il loro mondo interiore, che mirano soltanto a temprarli per la dura lotta del domani.

Floriterapia. La psicodinamica, aiutandoci a capire il significato e il linguaggio del sintomo, ci aiuta a fare la stessa cosa con gli stati disarmonici presentati dai fiori.
Che vissuto ci può essere, per esempio, dietro la sottomissione di Centaury o di Pine, o dietro l’insicurezza di Larch o di Cerato?
In tutti e quattro questi fiori vediamo che c’è una sopravvalutazione dell’altro, che viene percepito migliore e più forte, più sapiente. Ma perché un fiore risponde con il senso di colpa e l’altro con l’abnegazione? E un altro invece si tira indietro?

Bisogna risalire ai conflitti inconsci. Cosa chiedeva l’ambiente a Centaury? C’erano forse genitori insicuri, che avevano bisogno di qualcuno più piccolo di loro per sentirsi forti? O una sorella o un fratello maggiori, che non avevano lasciato nessuno spazio di responsabilità al nuovo nato? Centaury ha forse imparato che amare è non esistere per far esistere di più l’altro?
O forse, questi stessi genitori, anche senza saperlo, erano in competizione con i figli, avevano bisogno di essere loro gli unici bravi, così che Pine ha imparato ad avere senso di colpa ogni volta che sentiva sorgere un desiderio, e con esso la spinta ad affermarsi appagandolo? O, forse ancora, Pine ha avuto una madre depressa, o malata, che non riusciva a sorridergli, e ora lui vuole prendere su di sé l’espiazione dei mali del mondo, per punirsi di essere stato così incapace di scambiare amore con sua madre?
In Floriterapia,
Cerato e Larch sembrano aver imparato che non c’è posto per chi sbaglia, che l’errore è un’onta che non si può sopportare. E non rischiano, non possono: questo spettro, gigante, forse giace ancora nel loro inconscio.

Se guardiamo poi ai fiori che si presentano forti e arroganti, quali per esempio Beech e Vine, sappiamo che sono anche fragilissimi, che non possono reggere il confronto con i propri errori, che hanno bisogno di dominare l’altro perché questo non si esprima liberamente.

Quale paura incute loro la libertà? Forse quella della loro stessa rabbia, che forse copre un dolore profondissimo?